Mondo rum

I grandi bevitori di rum: il pirata Barbanera

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Edward Teach, meglio conosciuto con il soprannome di ‘Barbanera’, è stato senz’altro uno dei più feroci pirati che hanno solcato il Mar dei Caribi, ma non era famoso solo per questo: era infatti considerato un bevitore di rum senza (o con pochi) rivali.

Famigerato corsaro dal 1701 al 1714, si dedicò in seguito alla pirateria catturando una fregata francese ribattezzandola Queen Anne’s Revenge, abbordando imbarcazioni da carico in un raggio che andava dai Caraibi fini alla Virginia. È superfluo dire che era temuto e allo stesso tempo rispettato da tutti i suoi rivali. Di statura imponente e dallo sguardo diabolico, ci metteva del suo per avere un aspetto ancora più minaccioso: aveva delle sopracciglia pronunciate e in un periodo in cui la barba non era sicuramente alla moda, ne portava una lunga e folta, adornata da nastri di vari colori che annodava dietro le orecchie e non esitava ad infilarsi dentro pezzi di corda imbevute di succo di lime e polvere di salnitro che incendiava per incutere ancora più timore ai suoi avversari prima delle cruente battaglie.

Tra un abbordaggio e l’altro, con il suo equipaggio faceva frequenti soste nelle isole caraibiche per abbandonarsi a massicce libagioni, dove nessuno riusciva mai a superarlo nelle quantità di rum ingollate.

Aveva un suo ‘cocktail’ preferito, un’esplosiva miscela di rum e polvere da sparo alla quale dava fuoco prima di berla mentre ancora era in fiamme: una pratica che pochi riuscirono ad emulare.

Barbanera era un personaggio alquanto eclettico e bizzarro, era solito sfidare i suoi uomini a rinchiudersi sottocoperta dove incendiava degli stracci bagnati e colui che restava più a lungo avvolto dai fumi asfissianti era il vincitore. Inutile dire che nessuno l’ha mai sconfitto.

 

Tuttavia non era immortale: il 21 novembre 1718 il governatore della Virginia Alexander Spotswood, stanco delle scorribande di Barbanera, prese provvedimenti inviando due unità navali, la Pearl e la Lyme, per cercare di porre un rimedio. Una volta che le navi presero contatto visivo con la Queen Anne’s Revenge, si studiarono a lungo preparandosi alla battaglia che sarebbe avvenuta il giorno seguente. Barbanera e il suo equipaggio si organizzarono a bordo della Queen Anne’s Revenge come da tradizione e cioè bevendo quantità industriali di rum per tutta la notte.

Lo scontro fu cruento sin dall’inizio: Barbanera al primo cannoneggiamento colpì l’albero maestro della Lyme causando la morte del suo capitano, mossa che però non intimorì l’equipaggio della Pearl che vedendo arrivare sottobordo la Queen Anne’s Revenge, restò fieramente sul ponte pronto a combattere.

A quanto pare, una volta pronti all’abbordaggio, Barbanera offrì a Robert Maynard, Luogotenente della Pearl, un quarto di gallone di rum, ottenendo in cambio una secca risposta:

<<Che io sia dannato se ti darò o accetterò mai da te un quarto di gallone!>>

Appena assaltata la nave, gli uomini di Barbanera si aspettavano un equipaggio remissivo dopo il colpo assestato alla Lyme, ma di fatto furono sorpresi dalla fiera resistenza degli uomini di Maynard, tanto che Barbanera stesso, il quale cercava di combattere con più uomini allo stesso tempo, fu colpito di striscio al collo, cosa che commentò con un <<Ben fatto uomo!>>. Non sapeva però che il prossimo fendente sarebbe stato per lui quello mortale: una possente sciabolata mozzò la testa di Barbanera facendola rotolare sul ponte tra schizzi di sangue e incredulità dei suoi uomini. La testa di Barbanera venne appesa al bompresso della Queen Anne’s Revenge condotta personalmente da Maynar nel porto di Williamsburg. Finì così la carriera piratesca di Barbanera, ma non la sua fama e la sua leggenda: a quanto pare il teschio di Barbanera fu adornato d’argento e usato come base di una punch bowl che venne utilizzata per servire, neanche a dirlo, dei richiestissimi rum punch alla Raleigh Tavern di Williamsburg. Sicuramente Barbanera sapeva di dover passare a miglior vita prima o poi, ma di finire a fare da base per una punch bowl francamente ho i miei dubbi. Anzi ne ho più di uno: non è che gli hipsters e i bartender contemporanei si siano ispirati a lui nel portare quelle lunghe e folte barbe?

 

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