Malt&Grain

L’afide che ha cambiato la storia del whisky

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Dai primi anni del 1860, s’iniziò ad osservare una misteriosa malattia che uccideva le viti.

I primi casi furono osservati in Francia, probabilmente nel villaggio di Pujaut, in Languedoc. Il capo del dipartimento di botanica dell’Università di Montpellier, Jules Emile Planchon, fu incaricato di studiare questo fenomeno, riuscendo a capirlo nel 1868 durante l’analisi delle radici che, attaccate dalla malattia, puntualmente marcivano. Planchon notò che brulicavano di insetti a lui sconosciuti e in grado di riprodursi velocemente senza accoppiarsi. Altri insigni studiosi sostennero che Planchon si sbagliava, ma nel frattempo gli oltre ottanta milioni di litri di produzione di vino francese crollarono a meno di venticinque. Mentre gli studiosi dibattevano, anche Italia, Spagna e Germania furono contagiate dal fenomeno che poi si diffuse ulteriormente. Planchon non si diede per vinto e scoprì che l’insetto era arrivato dalle Americhe e che nella vite d’oltreoceano non intaccava le radici, ma si limitava a vivere sulle foglie senza provocare conseguenze così gravi. La malattia aveva un colpevole, la fillossera. Iniziò la rivoluzione della viticoltura con l’innesto dei vitigni europei su piedi americani; il mondo della viticultura era cambiato per sempre e con esso anche tante della varietà di vitigni allora esistenti. A questo punto molti di voi si chiederanno cosa c’entrano il vino e la Francia col whisky. Le disgrazie per alcuni possono essere le fortune per altri. Dal vino si produce un pregiato distillato, il Cognac, che abbondava sulle nobili tavole britanniche fin dal ‘600 e che molti inglesi producevano direttamente in Francia. Proprio pochi anni prima, nel 1860, un trattato commerciale tra la Francia e la corona inglese sanciva la drastica riduzione dei dazi per l’importazione di vini e distillati. Nel Regno Unito arrivarono circa sessantacinque milioni di bottiglie di Cognac all’anno. Il successivo devastante crollo della produzione, che nella zona del Cognac arrivò nel 1871, portò gli intenditori britannici e soprattutto le classi medie, che non potevano permettersi l’aumento vertiginoso del distillato francese, a sostituire il Cognac col whisky scozzese. Il flusso di whisky dalla Scozia verso l’Inghilterra raddoppiò dal 1888 al 1900 con la conseguente apertura di ben trentatré nuove distillerie. Non fu certo l’unica fortuna del nobile distillato scozzese, che aveva già avuto un notevole impulso dall’introduzione dell’alambicco a colonna e dall’arte del blending, ma sicuramente se anche in Francia, emblema dello sciovinismo, si consuma in un mese tanto Scotch Whisky quanto Cognac in un anno, qualche responsabilità, o merito, si può affibbiare anche all’antipatico e dannoso afide.

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