Avrete senz’altro sentito la storia, o leggenda, che a dare l’ispirazione per questa tipologia di gin sia stato un gatto nero.
A quanto pare il malcapitato gatto in questione sarebbe finito dentro un tino colmo di gin in una non ben precisata distilleria di Londra, conferendo al gin un gusto ‘alquanto particolare’. Mi sorgono tuttavia molti dubbi, il primo dei quali è che i gatti sono troppo furbi per fare una fine del genere, quindi la storia più verosimile è probabilmente un’altra. Presumibilmente verso la fine degli anni 20, inizio anni 30 del 1800, lavorava presso la distilleria Hodges’ in Lambeth (a sud-ovest di Londra) un master distiller di nome Thomas Chamberlain, meglio conosciuto con il soprannome di Old Tom, affiancato da un apprendista di nome Thomas Norris al quale era stato attribuito il nomignolo di Young Tom per non confondere i due Thomas.
Il giovane Tom smaniava per crescere professionalmente ed economicamente e appena se ne presentò l’occasione lasciò la Hodges per dedicarsi all’apertura di un Gin Palace in Great Russel Street, proprio nel cuore di Covent Garden.
Qui Young Tom cominciò a vendere botti di gin acquistate dal suo precedente datore di lavoro, marchiandole secondo il loro stile ed in particolare quelle che contenevano il distillato prodotto dal suo vecchio mentore recavano la dicitura Old Tom proprio per sottolinearne il particolare carattere.
Ma in che cosa consisteva lo stile di Thomas ‘Old Tom’ Chamberlain? Era un gin molto popolare all’epoca, dal gusto forte e pungente dovuto alla rettificazione abbastanza limitata di una base di distillato da pot still e quindi i congeneri presenti venivano in qualche modo mascherati con l’aggiunta di anice e scorze di limone e di altre botaniche tra cui liquirizia, molto apprezzata all’epoca. Solo in un secondo tempo divenne pratica comune aggiungere dello sciroppo di zucchero, dovuto al fatto che il prezzo dello zucchero, non più importato dalle colonie, cominciò ad avere dei costi molto più accessibili.
IL GATTO NERO SULLE ETICHETTE
Ad un certo punto l’immagine del gatto nero sulle etichette di Old Tom Gin diventò un simbolo quasi ufficiale, una sorta di logo che veniva facilmente identificato dalla clientela. A quanto pare la prima distilleria ad apporre l’immagine di un gatto sulle botti fu la Boord’s and Son e da lì in poi divenne una consuetudine per tutti i produttori apporre l’illustrazione di un gatto nero sulle botti prima e sulle etichette in seguito, quando il gin cominciò ad essere commercializzato anche in bottiglia.
Per moltissimi anni l’Old Tom Gin è letteralmente scomparso dal mercato, per ritornare in sordina verso la fine degli anni 80. Con il grande ritorno dei cocktail classici un po’ in tutto il mondo, l’Old Tom Gin è di nuovo protagonista della mixology e al giorno d’oggi sono moltissime le etichette disponibili, rendendo il lavoro dei barman molto più facile e creativo. Tutto questo grazie ad un piccolo gatto nero.
Acqua tonica, la miglior amica del gin